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Terre di libri presenta: Il parrucchiere di Harare, di Tendai Huchu, e I miei compagni neri e le loro strane leggende, di Henry Morton Stanley
08/07/2014, h. 18:00 - 20:00
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Martedì 8 luglio, h. 18
Terre di libri presenta: Il parrucchiere di Harare, di Tendai Huchu, e I miei compagni neri e le loro strane leggende, di Henry Morton Stanley
Interverranno: Tendai Huchu, in videoconferenza, il regista Sebastiano Riso e la giornalista Valentina Vivona
Il mondo è diventato più grande. E non puoi non conoscerlo. Nel mondo globalizzato tutto sta cambiando e nei paesi un tempo lontani sta nascendo una nuova letteratura di grande valore che questi mutamenti interpreta e rispecchia. Con la collana “I narratori”, TERRE di LIBRI si propone di far conoscere le storie che nascono in quei luoghi, scritte da autori giovani, curiosi del mondo, ma con la voglia di raccontare il loro paese. Vuole anche riproporre, nella collana “I racconti delle scoperte”, i libri che queste terre fecero conoscere in Europa.
Il parrucchiere di Harare, di Tendai Huchu, è una storia d’amore che affronta il tema dell’identità sessuale quella che nasce tra Vimbai, la migliore parrucchiera del salone più prestigioso di Harare, e Dumisani, un giovane dai modi accattivanti, bello e abilissimo parrucchiere, che all’improvviso viene a contenderle il primato. Tra i due nasce un’attrazione tenera e profonda, che a poco a poco si caricherà di tensione, sfociando infine nel dramma quando l’ambiguità sessuale di Dumisani non potrà più essere nascosta.
«Questo bellissimo romanzo […] unisce a una narrazione commovente l’acuta descrizione della realtà sociale». David Evans, The Independent
I miei compagni neri e le loro strane leggende, di Henry Morton Stanley.
«Mr Livingstone, I presume». Tutti conoscono la celebre frase con cui Henry M. Stanley salutò, dopo oltre un anno di ricerche, l’anziano esploratore di cui si erano perse le tracce. Meno nota è la passione di Stanley per quella che oggi chiameremmo ricerca etnografca. L’esploratore infatti, nelle unghe serate trascorse intorno al fuoco, invitava gli africani che erano con lui a raccontare le loro leggende, trascrivendole e traducendole in inglese.
«Quanto più comprendevamo il linguaggio di quei nativi, tanto più restavamo colpiti dall’identità d’una comune origine in tutti gli uomini». Henry M. Stanley