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Presentazione-concerto: Guardare dietro la montagna di Bejan Matur, (trad. di Giulia Ansaldo), Poiesis Editrice. Interventi musicali di Sirvanart, gruppo di musicaa curda
28/01/2016, h. 18:00 - 20:00
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Giovedì 28 gennaio, h. 18
Presentazione-concerto: Guardare dietro la montagna di Bejan Matur, (trad. di Giulia Ansaldo), Poiesis Editrice. Interventi musicali di Sirvanart, gruppo di musicaa curda
Intervengono con la scrittrice: Giuseppe Goffredo (poeta e scrittore), Giulia Ansaldo (traduttrice). Interventi musicali di Sirvanart: Siamak Guran (tabu, tar, setar, tonbak, daf, voce), Silvia Ragni (violino), Filomena Cassavia (voce)
Un viaggio sui diritti, la condizione, i sentimenti dei curdi fra la Turchia e il Kurdistan iracheno.
Guardare dietro la montagna racconta della guerra in corso da più di trent’anni al confine sudorientale della Turchia tra il PKK (il partito curdo turco) e l’esercito turco, con una testimonianza diretta e veritiera di chi di questa guerra ne è insieme artefice e vittima. L’autrice ha vissuto per circa un anno a diretto contatto con i militanti curdi rifugiati fra le loro montagne, spingendosi oltre nel Kurdistan iracheno, per mettere in luce le gerarchie tra il PKK e il KDP (il partito curdo iracheno) e le alleanze politiche fra i due capi: Barzani e Talabani. Emerge così la narrazione drammatica dei ragazzi che fra i 14 e i 18 anni hanno lasciato le proprie famiglie per arruolarsi nel PKK e combattere contro i loro coetanei turchi. Gli stessi uomini, oggi, hanno fra i 30 e i 40 anni e vivono rifugiati ancora sulle montagne o hanno preso la strada dell’esilio in Europa. Per i curdi turchi la speranza si è accesa brevemente dopo lo storico discorso del 21 marzo 2013 a Diyarbakir che domandava un cessate il fuoco bilaterale e definitivo. In quel momento sembrava che lo stato turco avesse la volontà di risolvere la “Questione curda” per altre vie che non fossero quella delle armi ma la presente situazione politica della Siria e quella interna della Turchia hanno riportato il movimento in primo piano, lasciando da parte, per il momento, un auspicabile accordo e rispetto delle condizioni richieste dal PKK, prima fra tutti l’insegnamento della lingua curda nella scuola dell’obbligo e dei miglioramenti della condizione carceraria di Öcalan.
Il libro, che ha ottenuto 14 ristampe in Turchia, non vuole dare risposte, non distribuisce giudizi e colpe, vuole essere una testimonianza drammatica diretta dall’interno, della condizione, dei sentimenti, dei sogni dei curdi e della brutalità di una guerra fratricida che pare senza soluzione.
Bejan Matur è nata nel 1968 a Maraș nel Kurdistan turco. Poetessa e opinionista, ha vissuto a Gaziantep e ad Ankara dove si è laureata in Legge. Ha pubblicato la prima raccolta di poesie nel 1997 Rüzgar Dolu Konaklar (‘Casolari al Vento’) grazie alla quale ha vinto i premi letterari più prestigiosi in Turchia: “Orhan Murat Arıburnu” e “Halil Kocagӧz”. Le sue poesie, nove raccolte dal 1997 al 2015, sono tradotte in ventiquattro lingue, dall’inglese al persiano, dal cinese allo spagnolo, e pubblicate in numerose antologie e riviste tra le quali «Grand Street Magazine» (New York) e «Language For a New Century» (Norton). Al 2011 risale la pubblicazione di Guardare dietro la Montagna, Dağin Ardına Bakmak. Ha scritto anche per il teatro e ha partecipato con un suo scritto al libro Freedom, pubblicato nel 2010 con la collaborazione di Amnesty International. È stata ospite al Festival di poesia di Genova nel 2015 e fa parte del circuito internazionale di poesia “Versepolis” di cui è l’unica rappresentante per la Turchia.