Sabato 9 maggio, h. 18

Presentazione di Piccoli ciclopi e altri sogni, di Enrico Careri, Ad est dell’equatore

Ne parlano con l’autore: Simona Tasca (giornalista di il manifesto) e Carlo Ziviello (editore)

I 50 sogni di Piccoli ciclopi conservano i meccanismi liberi del sogno e al tempo stesso appartengono al genere dell’exercice de style. Dall’unione di libera fantasia e artificio hanno origine pagine di sottile (e innocua) comicità: l’io narrante – anzi sognante – sogna d’esser Garibaldi, Qui Quo Qua, Pipino il Breve, Zorro, Cenerentola, Paolina Borghese e tanti altri, in situazioni incongrue, insensate. Il sorriso del lettore, vero obiettivo dell’autore, più che dalle immagini impossibili – l’eroe dei due mondi che gioca sulla sabbia con paletta e secchiello – nasce dai giochi delle parole, protagoniste assolute dell’irresistibile nonsense.

“Sono un personaggio di un film di Yasujiro Ozu, credo Noriko Hirajama, quindi sono giapponese e in bianco e nero. Sto accovacciato su una stuoia, scomodissimo, davanti a me c’è la splendida Setsuko Hara. Ci sorridiamo e ogni tanto chiniamo il capo, ma lo facciamo solo perché usa, per tradizione, non c’è niente da sorridere seduti così, troppo scomodi. Quanto bisogna starci?